Due settimane fa, i giornali Guardian e New York Times hanno pubblicato una serie di articoli che dimostrerebbe l’uso scorretto di un’enorme quantità di dati prelevati da Facebook, da parte di una società di consulenza e marketing on line, la Cambridge Analytica. La fonte primaria dell’inchiesta, è l’ex dipendente e analista della società britannica Christopher Wylie, che ha spiegato come sono stati profilati e monitorati circa cinquanta milioni di utenti su Facebook. Il sospetto è che Cambridge Analytica abbia influenzato le intenzioni di voto di milioni di persone, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, nel primo caso per favorire la vittoria di Donald Trump e, nel secondo caso, per condizionare il voto a favore dell’uscita di Londra dall’Unione Europea. Tutta questa vicenda ha messo Facebook al centro di una grande bufera mediatica e ha riaperto ancora una volta, l’ennesimo dibattito sull’utilizzo dei dati degli utenti di Internet. La storia ha molte ramificazioni, diversi protagonisti e sono molti aspetti da chiarire.