Nel gennaio del 2014, nasceva su internet “Revolver” una rassegna di scritti di politica, costume, episodi e personaggi storici, con la giocosa libertà di potere essere leggero e scanzonato sui temi dell’attualità, fregandosene della semplice cronaca. Il nome era volutamente ambiguo, doveva spargere una lieve inquietudine, mentre noi ci riempivamo di risate. Chiudemmo il blog nel marzo del 2021 e furtivi ci siamo allontanati da ogni campo visivo per dedicarci all’osservazione e alla dissimulazione.
Abbiamo deciso di riprendere il discorso interrotto e di rinnovare i contenuti.
Il Revolver è un’arma e i nostri colpi sono diretti al conformismo di un ceto laico e progressista che si crede più libero e più saggio, ma è pieno di dogmi, ipocrisie, censori e cerimonieri indiscutibili. Nell’epoca della grande sorveglianza, della paura come forma di governo e sotto il fuoco incrociato di una sottocultura fluida con il suo delirante desiderio di smantellare ogni cosa: forme, confini, identità e generi, noi opponiamo uno spirito antico e beffardo.
Paradossale e iperbolico. Guastafeste per tutti e per nessuno. Saper stare al mondo, raccontarlo, scindere l’essenza delle cose che accadono dal superfluo degli accadimenti, con un punto di vista narrativo vivo. Revolver è un agglomerato a-spaziale, esoterico, eterodosso e psicopolitico.
Revolver non è inclusivo, è esclusivo, è indipendente, non è democratico né ecosostenibile, è insostenibile. Odora di sigaro e petrolio. Qui troverete tutto quello che vi serve per cospirare. Un flusso costante di pensieri, parole, azioni e concetti.
Non chiedeteci chi siamo, chiedetevi piuttosto chi non siamo.