Occidente. Mito di fondazione, un riferimento che parte da lontano quando l’Europa era ancora silenziosa e non cominciava a muoversi nel territorio suggestivo della Storia. Erodoto racconta che gli spartani chiamati in soccorso dagli Ioni minacciati dal re persiano Ciro, inviarono al Gran Re un messaggero per intimare: “Che della terra greca nessuna città egli danneggi, perché essi non lo sopporteranno”. L’imperatore, informatosi su chi fossero gli interlocutori rispose di non temere uomini “che hanno un luogo in mezzo alla città, scelto appositamente e che in esso si ritrovano”.
Ciro il Grande non capiva il senso e il significato dell’agorà, piazza e centro vitale che nei secoli ha ininterrottamente indentificato il cuore pulsante dell’Occidente. Da qui la vocazione “dinamica” dell’Europa, spazio geografico e di civiltà, con un profilo identitario definito che si rinnova ma che non può essere alterato e deformato troppo. Il tempio come struttura architettonica, luogo simbolico di ciò che sta dentro l’Europa e ciò che è estraneo ad essa.
L’Occidente è la civiltà della visione. Oggi esistono molti “occidenti” e quello che chiamiamo “sistema occidentale” è probabilmente la degenerazione dell’Occidente.

Secondo Harold Bloom, l’Occidente è soprattutto un “canone” che collega autori, pensatori, le opere, i classici che fanno la tradizione. Il carattere dominante di questo “canone occidentale” è il suo essere arte della memoria, dignità estetica, esuberanza espressiva, capacità di rigenerarsi e di aprirsi alle possibilità. Il tutto tenendo presente che esiste un confine che definisce la fisionomia di quel territorio chiamato “civiltà occidentale”. È un campo di gioco e trasmissione, non un elenco rassicurante di autori e opere, ma una struttura con una base stabile, capace di mutare in senso dinamico senza alterarsi al punto di sgretolarsi.

Il linguaggio originario dell’Occidente è quello dell’Europa. Coincide con un’identità dinamica e non fossile, una fucina sempre attiva a partire dalla storia di Roma, del Mediterraneo, fino alle remote terre del Nord. L’auspicio è di ritrovare lo spirito autentico dell’Occidente e depurarlo da ogni scoria distruttiva.