Da molto tempo si discute sull’efficacia dell’operazione di QE (quantitative easing) avviata dalla Banca Centrale Europea. Sulla stampa i soliti trombettieri suonano l’elogio a Mario Draghi. Nell’alternarsi di argomenti capziosi e semplificazioni verbali, la sostanza dei loro argomenti è sempre la stessa: la BCE sta immettendo liquidità nel mercato e questo denaro finirà nell’economia reale con effetti benefici.
L’azione della BCE ci fornisce lo spunto per una critica basata su un’impostazione completamente differente di come si debba articolare la politica monetaria. È una buona idea accennare alla teoria di un vecchio economista argentino, il professor Walter Beveraggi Allende che negli anni ottanta ha elaborato la “teoria qualitativa della moneta”, proprio in contrapposizione alla “teoria quantitativa” dell’economia classica. Quest’ultima si sofferma, nell’analisi dei prezzi di beni e servizi, semplicemente sulla dimensione della massa monetaria, mentre per l’economista argentino occorre considerare la destinazione dei flussi nei vari settori produttivi.
La teoria qualitativa sostiene che il valore del denaro e quindi il livello dei prezzi, dipende principalmente dalla “destinazione produttiva” per cui questo denaro è stato immesso nell’economia e non è determinato semplicemente dalla relativa abbondanza o scarsità del medesimo, rispetto all’insieme di beni e servizi che la moneta ha lo scopo di movimentare. Dunque, l’attenzione si concentra sulla destinazione settoriale, perché immettere liquidità nell’istruzione, piuttosto che nell’agricoltura o nell’industria, genera risultati diversi e solo la loro combinazione ci consente di valutare l’efficienza delle politiche monetarie.
Beveraggi Allende utilizza il termine “qualitativo” per indicare la capacità di provocare determinati effetti nel momento in cui si immette una certa quantità di moneta in un comparto produttivo. Investire nei settori pubblici o incoraggiare alcuni settori privati, regolando i relativi flussi monetari, non può essere un’azione a contenuto neutrale. Le attuali politiche delle banche centrali, si limitano solo all’espansione o alla contrazione della massa monetaria, senza alcuna forma di orientamento, con la solita convinzione religiosa che alla fine, il mercato abbia una capacità di “autoregolarsi”.
NOTE
Di Walter Beveraggi Allende, è disponibile in lingua italiana: “Teoria qualitativa della moneta”, 1993, edizioni di Ar