È molto difficile in questo clima politico che si è venuto a creare per via della paura generalizzata dall’emergenza sanitaria, ragionare secondo principi ordinari di diritto.
Il profluvio di atti amministrativi, decreti, ordinanze e divieti fanno sorgere molti dubbi, ma in queste condizioni non ha molto senso ragionare sul piano giuridico formale quando si è in uno stato d’eccezione. Piuttosto è opportuno riflettere su quello che accadrà a partire dalla sospensione temporanea delle libertà. Nel secolo scorso, il giurista Carl Schmitt spiegò come in situazioni di estrema necessità, solo colui che è in grado di sostenere la sospensione dell’ordine giuridico costituito può esercitare la sovranità.
Per la prima volta nella storia a dichiarare lo stato di eccezione è stato un ente scientifico sovranazionale, l’Organizzazione mondiale della sanità, quando ha dichiarato la pericolosità a livello mondiale della pandemia del virus covid19, nel periodo in cui l’infezione era ancora localizzata in Cina e altri territori asiatici.
Questa sospensione dell’ordine costituito trasferisce la sovranità alla scienza. Infatti, le televisioni sono piene di medici ai quali è stata attribuita una capacità di parlare in nome della scienza, laddove sappiamo che di questa pandemia la stessa comunità scientifica sa poco e al suo interno ci sono pareri discordanti persino sull’efficacia delle misure di contenimento. Quando si sospende la politica in nome della scienza, perché siamo in uno stato d’eccezione che mette al centro la verità scientifica, gli argomenti promossi da altri soggetti vengono limitati o presi in considerazione con un tono altezzoso. Poco importa se tra di loro ci sono anche i decisori politici. Quando la scienza sostituisce la politica, la risposta è solo tecnologica ed è pericoloso presentarla come un dogma indiscutibile.
La situazione d’emergenza prepara una trasformazione più vasta. Nel flusso straripante della comunicazione è già cominciata la celebrazione delle virtù salvifiche delle soluzioni tecniche come lo smart working e altre forme di distanziamento. Iniziamo a sperimentare nuovi tipi di separazione sociale, “distanti e connessi” ed è in corso un gigantesco trasferimento della vita produttiva dal mondo delle relazioni fisiche, a quelle mediate dalla tecnologia.