Siamo immersi dentro un grande dispositivo di gestione della vita formattato con parametri securitari.

Sono questi che regolano in maniera onnipervasiva il funzionamento quotidiano di questa mega macchina che abbiamo creato e che adesso non sappiamo più come smontare o controllare.

Domani potremo votare in massa chi vogliamo, ma faremo una grande fatica ad abolire l’ideologia securitaria, il sogno dispotico burocratico-sanitario, la società dell’ipercontrollo, della classificazione a tutti i costi, la pianificazione integrale della vita e dei corpi da parte di quelle istituzioni e aziende assoldate dai governi per trovare soluzioni permanenti a problemi transitori.
Ovunque si riduce lo spazio dell’esistenza quotidiana, del tempo e dei territori liberati dal denaro e dal mercato.
«tutto è permesso ma niente è possibile».

Sembra una contraddizione ma è la sintesi più precisa del funzionamento dei nostri sistemi dove le proibizioni vengono spacciate per scelte libere: la mega macchina che con i suoi input ci vuole impedire di immaginare altri mondi e altri futuri. Tutto sotto la stretta sorveglianza di un apparato culturale, onirico, pubblicitario che proietta tutto il giorno l’illusione della libertà.